Tinnitus Retrain Therapy (TRT)

In esclusiva per la regione Puglia il Centro Acustico dispone di apparecchi acustici digitali innovativi che permettono al personale di effettuare la terapia di allenamento all’acufene TRT (Tinnitus Retraining Therapy). Tale terapia potrebbe portare un aiuto reale ed efficace a chi soffre di acufeni.
Ci preme sottolineare che intervenire tempestivamente contribuisce a un miglior risultato.

CHE COSA E’ L’ACUFENE?

L’acufene è un fenomeno che circa il 10% della popolazione riferisce di provare con regolarità. Circa il 3-5% presenta un acufene curabile clinicamente, e l’1% riferisce di esserne affetto in misura grave al punto che la vita quotidiana ne risente. Inoltre la maggioranza soffre anche di un certo grado di ipoacusia.
L’acufene viene comunemente definito un “ronzio negli orecchi”. L’acufene varia per caratteristiche percettive, gravità e impatto sulla vita quotidiana. I disturbi segnalati vanno da episodi intermittenti non molto fastidiosi a un acufene costante che può influenzare negativamente la vita quotidiana. L’acufene può assumere molte forme differenti, per esempio ronzii o cinguettii e perfino schiocchi. Può presentarsi alcune volte al mese oppure molte volte in una singola giornata; può durare qualche istante oppure delle ore; può perfino essere costante, senza sollievo nemmeno durante il sonno. Per certe persone l’acufene ha una conformazione pulsante o ripetitiva.
Si dice comunemente che l’acufene possiede alcune caratteristiche ben precise. In primo luogo, l’acufene è una percezione di suoni e pertanto deve risultare udibile al paziente. In secondo luogo, è involontario, nel senso che non viene prodotto intenzionalmente. Infine, si origina nella testa.
È importante valutare come l’acufene del paziente influenzi la sua vita quotidiana. Comprendere quanto più a fondo possibile l’acufene vi consentirà di decidere come curarlo nel modo migliore e quale consulenza offrire al paziente.

CHE COSA PROVOCA L’ACUFENE?

Vi sono diverse teorie neurofisiologiche sulla generazione e sul luogo di origine dell’acufene. Nessuna teoria è stata dimostrata valida in modo definitivo, ma alcune sono state studiate più di altre. L’intento di questa guida non è passare in rassegna tutti i modelli e le teorie, ma esaminare uno dei modelli più comunemente accettati sull’origine dell’acufene. È importante ricordare che le cause effettive dell’acufene non sono ancora ben comprese.

Oltre i fattori neurofisiologici, vi sono quasi sempre influssi psicologici che svolgono un ruolo significativo nella percezione dell’acufene. È importante considerare entrambi questi aspetti per offrire un programma terapeutico ai pazienti affetti da acufene.

Un modello neurofisiologico ben accettato è quello dell’attività spontanea dell’apparato uditivo, in assenza di stimolazione acustica. Secondo questa teoria, il danneggiamento delle cellule ciliate della coclea può rientrare fra le cause dell’acufene. La coclea presenta due tipi di cellule ciliate: le cellule ciliate esterne e interne. Le cellule ciliate esterne agiscono da “regolatrici del guadagno”, per i suoni in ingresso a basso livello, e inoltre forniscono proprietà inibitorie alle cellule ciliate interne. Queste ultime sono responsabili principalmente dell’invio dei segnali acustici in ingresso attraverso il tronco encefalico uditivo fino al cervello, per essere elaborati nella corteccia uditiva. Le cellule ciliate esterne sono le più esposte e spesso sono le prime a essere danneggiate.

Quando le cellule ciliate esterne sono danneggiate, non sono in grado di fornire le proprietà inibitorie alle cellule ciliate interne e ai livelli corticali superiori. In questo modo si indebolisce la capacità delle cellule ciliate esterne di impedire ai neuroni di attivarsi in assenza di stimoli uditivi in ingresso. In seguito, quando si attivano spontaneamente i neuroni che vanno dalle cellule ciliate interne al tronco encefalico uditivo e da questo alla corteccia, tali neuroni inviano al cervello i comuni segnali nervosi anche se non vi è stimolazione acustica. In assenza di segnali uditivi in ingresso, questa attività spontanea viene amplificata dall’apparato uditivo, con la conseguenza della percezione dell’acufene, come illustrato nella Figura 1 qui sopra.

L’acufene non si limita al solo danneggiamento delle cellule ciliate esterne, poiché le ricerche hanno indicato che anche il danneggiamento delle cellule ciliate interne può svolgere un ruolo nell’acufene. Questo lascia supporre che vi siano meccanismi supplementari a loro volta responsabili della generazione dell’acufene, altre al danneggiamento delle cellule ciliate esterne.

La persona che percepisce l’acufene può prestarci molta attenzione o meno. Nel caso in cui venga ignorato, l’acufene assuma una bassa priorità e spesso si “mescola” al rumore di fondo e non viene considerato molto. Nel caso in cui venga ritenuto di priorità elevata, l’acufene può diventare un centro di attenzione per il paziente. Se questa elevata priorità dell’acufene prosegue per un periodo di tempo prolungato, il cervello imparerà a rilevarlo facilmente, anche in presenza di altri rumori di fondo. Un acufene continuo può causare ansia e stress in molti pazienti. Una volta stabilito questo collegamento, può avere inizio un ciclo che include il sistema limbico (emozioni/associazioni) e il sistema nervoso autonomo (reazioni fisiche/organiche). Questo ciclo può essere descritto come da figura 2: Il circolo vizioso.

L’ ACUFENE E’ REALE?

L’acufene è da considerarsi reale, poiché è un “suono” che viene udito dal paziente. La risonanza magnetica infatti indica un’attività cerebrale associata alla percezione dell’acufene. L’acufene deve sempre essere considerato un sintomo e non una malattia, cos’ come il dolore al braccio è sintomo della frattura ossea che lo provoca. Poiché l’acufene può essere precursore di certe complicazioni patologiche (per esempio patologie retrococleari o dell’orecchio medio, tumore del glomo carotideo ecc.), non va mai trascurato o sottovalutato.

È necessario raccogliere un’anamnesi per comprendere meglio l’insorgenza dell’acufene ed eseguire esami e visite mediche appropriate per escludere eventuali patologie in atto.

Qualora si escludano tutte le patologie e l’acufene costituisce un problema per il paziente, è necessario allora concentrarsi sull’acufene stesso in relazione alle opzioni terapeutiche.

ESISTE UN PROTOCOLLO STANDARD PER LA DIAGNOSI DELL’ACUFENE?

Non esiste un protocollo standard o una serie di esami per diagnosticare l’acufene, ma vi sono molti test da effettuare per comprendere meglio l’acufene della persona.
Per esempio, molti esperti di acufene usano le prove di adattamento dell’altezza del suono e dell’intensità sonora per comprendere meglio le proprietà percettive dell’acufene di un paziente. Tali prove possono anche essere utili per monitorare le variazioni dell’acufene. Poiché certe persone riferiscono di percepire un acufene alle alte frequenze (al di sopra degli 8 kHz), è necessario disporre di apparecchiature specializzate,  come un audiometro per alte frequenze.
Vi sono anche molti questionari, come il Tinnitus Handicap Inventory (THI), il Tinnitus Handicap Questionnaire (THQ) e il Tinnitus Severity Index Questionnaire, che contribuiscono a comprendere il grado e la gravità dell’acufene e il modo in cui può influire sulla vita del paziente.
Altri esperti eseguono anche prove come i livelli minimi di mascheramento (MML) per contribuire a stabilire la quantità di suono necessario per mascherare totalmente o parzialmente l’acufene. Inoltre si possono individuare i livelli di intensità sonora non confortevole (LDL) o le soglie di sconforto (UCL) per comprendere meglio le eventuali questioni legate a recruitment o alla sensibilità di cui tenere conto durante l’uso di un generatore di suoni per acufene.
Di nuovo, comprendere l’acufene del paziente può influenzare la scelta dei tipi di esami da eseguire.

ESISTE UN METODO MIGLIORE DEGLI ALTRI?

Per molti pazienti affetti da acufene, nessun metodo risulta essere il migliore, e spesso è particolarmente utile abbinare metodi diversi. Nel selezionare un programma terapeutico per i pazienti è cruciale comprendere le esperienze e le emozioni che i pazienti provano riguardo all’acufene e il modo in cui questo influenza la loro vita. Così potranno selezionare il programma o i programmi terapeutici più appropriati. In definitiva il programma terapeutico va individualizzato per le esigenze del singolo paziente.

COME POSSO CURARE L’ACUFENE?

Sono disponibili diversi tipi di terapia, tutte con la propria metodologia e la loro spiegazione di come possano essere di beneficio al paziente. Non è l’intento di questa guida presentare un metodo preferito, poiché per particolari casi di acufene posso essere più adatti programmi terapeutici differenti. È importante considerare le esigenze del paziente nel selezionare il tipo appropriato di programma terapeutico.

Uno dei programmi terapeutici più noti è la terapia sonora, in cui si usa un apparecchio generatore di suoni TSG per offrire sollievo per l’acufene. Oltre a un apparecchio TSG si possono usare altri generatori di suoni, come cuscini sonori, radio, tv ecc., per alleviare gli effetti negativi dell’acufene. Con la terapia sonora, spesso l’apparecchio TSG viene impostato su un livello terapeutico settato in modo da consentire al paziente di abituarsi all’acufene nel corso del tempo. Con questo metodo si aiuta a ridurre l’intensità percepita del segnale dell’acufene mediante l’introduzione di un rumore di fondo, il che rende più difficile separare l’acufene dal livello di rumore di fondo. Col tempo si assegna all’acufene minore importanza, minore priorità e si attiene così sollievo.

Un altro programma terapeutico ben noto è la terapia di allenamento all’acufene (TRT). Con la TRT si pone l’accento sull’educare il paziente riguardo ai fondamenti neurofisiologici dell’acufene, precedentemente descritti. In tal modo si aiuta il paziente a capire meglio l’origine dell’acufene e le modalità con cui il sistema limbico e il sistema nervoso autonomo reagiscono all’acufene. L’obiettivo della TRT è fornire ai pazienti un maggiore controllo dell’acufene. In definitiva, assegnare all’acufene una minore importanza e una priorità più bassa consentirà ai pazienti di farvi fronte. La terapia sonora è una parte importante della TRT, costituendo una soluzione abbinata per il trattamento dell’acufene.

Oltre alla terapia sonora e alla TRT vi sono modelli di trattamento psicologici, come la terapia comportamentale, la terapia esistenziale e molto altro. Va al di là degli scopi di questa guida esaminare la varietà di modelli psicologici disponibili, ma molte volte si può usare un metodo psicologico unitamente ad altri tipi di terapia

Come per ogni programma terapeutico, bisogna capire che ci vuole del tempo. Si può conseguire un certo sollievo immediato, ma in definitiva l’obiettivo è che il paziente si senta maggiormente a proprio agio con l’acufene, si renda conto che non è una minaccia mortale e,  cosa più importante, che gli è possibile tenere sotto controllo le proprie reazioni.

CHE COS’È UN GENERATORE DI SUONI PER ACUFENE (TSG)?

Un generatore di suoni per acufene è uno strumento simile a un apparecchio acustico che fornisce suoni a livello dell’orecchio per aiutare a mascherare l’acufene percepito. I prodotti TSG sono disponibili in varie forme e dimensioni. Possono essere rivolti soltanto all’acufene oppure essere apparecchi abbinati per chi soffre anche di ipoacusia. Col perfezionamento della tecnologia degli apparecchi acustici, è migliorata di conseguenza anche la tecnologia TSG.

Una scelta di ampio gradimento fra gli esperti di acufene è un apparecchio TSG con open fitting, che consente ai suoni naturali di entrare nel canale uditivo in modo che agisca da rumore di fondo contribuendo a ridurre la percezione dell’acufene.

Alcuni studi hanno indicato che il rumore modulato può essere benefico per l’utilizzatore. Certi apparecchi TSG possiedono funzioni automatiche che aiutano a prestare minore attenzione all’acufene riducendo l’interazione che l’utilizzatore ha con l’apparecchio. Un esempio di tali funzioni automatiche è la straordinaria opzione “ adattatore ambientale” . Questa funzione aumenta automaticamente il volume del TSG in ambiente silenzioso, dove l’acufene si nota di più. Viceversa, riduce il volume quando è presente il parlato oppure ci si trova in una situazione più rumorosa, dove l’acufene viene mascherato naturalmente dai suoni ambientali.

La grande maggioranza dei pazienti affetti da acufene presenta un acufene associato all’ipoacusia. Per tali pazienti sono stati utilizzati come trattamento gli apparecchi acustici poiché l’amplificazione dei suoni dell’ambiente, che occasionalmente, riduce gli effetti dell’acufene; tuttavia all’uso dei soli apparecchi acustici come trattamento dell’acufene mancano funzioni specifiche per la terapia dello stesso, come la gestione del volume e della modulazione della generazione di suoni. D’altro canto, l’amplificazione degli apparecchi acustici può “distrarre” l’utilizzatore dall’acufene, contribuendo a fornire un certo sollievo. Alcune tecnologie più avanzate consentono di realizzare apparecchi abbinati TSG/acustici, che possono agire sia da generatori di suoni per l’acufene sia da apparecchi acustici, tutti nello stesso strumento. Un apparecchio combinato offre la flessibilità necessaria per trattare un paziente sia da acufene sia da ipoacusia.

È importante che TSG, apparecchi acustici e apparecchi combinati non sono terapie che portano alla guarigione. Sono semplicemente strumenti da usare unitamente ad un programma terapeutico individualizzato e ad una buona consulenza. TSG, apparecchi combinati e perfino apparecchi acustici possono essere assai efficaci se usati in maniera appropriata, ma per ottenere il massimo beneficio vanno seguiti i protocolli e le procedure adeguate.

VI È UN PERIODO DI TRATTAMENTO PER UN PRODOTTO TSG?

Come menzionato in precedenza, l’assuefazione all’acufene richiede del tempo. Si rammenti che l’acufene di per sé non provoca danni, ma sono piuttosto le reazioni all’acufene a poter influenzare la vita del paziente. Aiutare una persona a imparare a fare fronte all’acufene è un processo che va gestito con delicatezza nell’arco di un certo periodo di tempo.

Alcuni pazienti potranno notare un sollievo immediato utilizzando un apparecchio TSG, che aiuta a ridurre il fastidio causato dall’acufene. L’obiettivo di un apparecchio TSG è ridurre l’intensità percepita del segnale dell’acufene mascherando parzialmente l’acufene col rumore generato dall’apparecchio. Col tempo ci si aspetta che il paziente possa assuefarsi all’acufene e quindi imparare a convivere confortevolmente con l’acufene.

Alcuni studi hanno indicato che per certi apparecchi TSG possono volerci 3-6 mesi perché avvenga l’assuefazione completa e si percepisca il massimo beneficio, mentre altri parlano di 9-12 mesi. Alcuni esperti, ipotizzano che, seguendo certi modelli terapeutici, l’assuefazione possa richiedere ben 2 anni. Di nuovo è molto importante capire che cosi funzioni meglio per quel particolare paziente e operare con i protocolli adeguati nel settaggio di un apparecchio TSG.

ESISTE UN UNICO RESPONSABILE DELLA TERAPIA DELL’ACUFENE?

No. L’ideale è che si crei una rete o un’èquipe per l’acufene. Questa rete può includere, oltre agli audioprotesisti anche otorinolaringoiatri, otoiatri, medici di base e in certi casi psicologi/psichiatri, dietologi e perfino massoterapisti.

Gli otorinolaringoiatri/otoiatri possono essere d’aiuto nell’escludere eventuali patologie che possono provocare l’acufene. I medici di base possono aiutare fornendo informazioni su quali farmaci stia prendendo il paziente e sullo stato di salute generale del paziente.

Gli psicologi possono essere coinvolti nei programmi terapeutici di un paziente, a seconda della gravità e delle esigenze del particolare individuo. Nei casi più gravi, in cui l’acufene induce pensieri come il suicidio e/o influisce negativamente sulla salute mentale e sul benessere del paziente, l’intervento di uno psichiatra è fortemente raccomandato.

Alcuni studi hanno indicato che elevate dosi di sodio e caffeina possono aumentare l’intensità sonora dell’acufene. Per questi pazienti, diminuirne i livelli di assunzione può essere un modo per contribuire a ridurre gli effetti negativi dell’acufene. In questi casi si può prendere in considerazione il consulto di un dietologo.

Infine, per scopi di rilassamento, alcuni esperti di acufene hanno fatto ricorso a massoterapisti per massaggi rilassanti. Le tecniche di rilassamento sono talvolta considerate un metodo per contribuire a indebolire il circolo vizioso dell’acufene precedentemente illustrato.

Una rete di professionisti può essere molto utile per trattare un paziente affetto da acufene. Ciascuna disciplina offre conoscenze e capacità particolari che in definitiva possono apportare beneficio al paziente.

QUAL È IL RUOLO DELL’AUDIOPROTESISTA?

L’audioprotesista svolge un ruolo complesso nella terapia dell’acufene. Oltre a eseguire prove audiologiche e ad indirizzare il paziente ai medici appropriati per escludere eventuali patologie che potrebbero contribuire all’acufene, l’audioprotesista fornisce al paziente informazioni preziose riguardo l’apparato uditivo. Gli esperti di acufene ritengono che in questo modo si aiuti il paziente a capire che l’acufene è sintomo di un meccanismo che lo provoca e non significa necessariamente che vi sia qualche disturbo fisico o psichico. Comprendere il problema aiuta certi pazienti ad accettare con maggiore disponibilità l’acufene.

L’audioprotesista deve inoltre avere la responsabilità di spiegare quali opzioni siano disponibili e in definitiva decidere quale trattamento somministrare. Con la terapia sonora l’audioprotesista è responsabile del fitting di un generatore di suoni per l’acufene. Con la TRT aiuta il paziente a capire l’apparato uditivo e le proprie reazioni negative nei confronti dell’acufene, addestrandolo così ad assuefarsi all’acufene, con l’eventuale ausilio di un generatore di suoni per acufene.

Indipendentemente dal programma terapeutico adottato, l’audioprotesista svolge un ruolo essenziale nel monitorare i progressi del paziente.

ESISTONO SUGGERIMENTI RAPIDI AL DI FUORI DELLA TERAPIA DA POTER FORNIRE AI PAZIENTI AFFETTI DA ACUFENE?

Non vi sono soluzioni rapide per l’acufene. Vi sono alcuni cambiamenti secondari dello stile di vita che i pazienti affetti da acufene possono apportare per gestirlo meglio. Ecco alcuni suggerimenti che potete raccomandare a tutti i tipi di pazienti affetti da acufene.

  1. Seguire buone abitudini in fatto di alimentazione e stile di vita (esercizio fisico): limitare, non diminuire del tutto l’apporto di sodio e caffeina può aiutare a ridurre la forza dell’acufene percepita. Inoltre un esercizio costante può in generale ridurre condizioni di stress, favorire la salute, ridurre i problemi del sonno.
  2. Tenersi occupati: dedicarsi ad attività che piacciono e che richiedono attenzione; così facendo minor attenzione verrà data all’acufene.
  3. Evitare il silenzio completo: avere come sottofondo un leggero rumore (come ad esempio musica) in maniera che il segnale venga ridotto grazie al rumore dell’ambiente circostante. Questo è anche utile quando si cerca di prendere sonno

Non portare protezione per gli orecchi: l’uso inappropriato di protezioni per orecchi può aumentare l’ipersensibilità del sistema uditivo, facendo si che il paziente presti ancora più attenzione sull’acufene. Le protezione per orecchi dovrebbero essere utilizzate solo quando ci si trova in luoghi esposti ad importanti livelli di rumore che possano danneggiare l’udito ed aumentare l’acufene.