Gli impianti cocleari rappresentano una soluzione fondamentale per le persone con perdita uditiva grave o profonda.
Tuttavia, la risposta immunitaria del corpo all’impianto può compromettere la sua efficacia nel tempo.
Recenti studi hanno esplorato approcci innovativi per ridurre questa risposta, migliorando così le prestazioni dell’impianto.
Cosa vuol dire risposta immunitaria agli impianti cocleari?
Quando un impianto cocleare viene inserito nell’orecchio interno, il corpo riconosce il dispositivo come un corpo estraneo.
Questo innesca una risposta immunitaria che può portare alla formazione di una capsula fibrotica attorno all’impianto, riducendo l’efficacia della stimolazione elettrica e, in alcuni casi, compromettendo l’udito residuo.
Come evitare questa reazione: i nuovi studi
Un approccio promettente prevede l’uso di impianti cocleari rivestiti con farmaci antinfiammatori, come il desametasone.
Studi recenti hanno dimostrato che questi impianti rilasciano il farmaco in modo controllato, riducono l’infiammazione e la formazione di tessuto cicatriziale senza compromettere la sopravvivenza delle cellule nervose uditive.
Un’altra strategia consiste nell’applicare idrogeli zwitterionici, come il pCBMA, sulla superficie dell’impianto.
Questi materiali creano una barriera idratata che riduce l’adesione delle proteine e delle cellule immunitarie, minimizzando la risposta infiammatoria e la formazione di fibrosi.
La ricerca nel campo degli impianti cocleari sta facendo significativi progressi nel migliorare la biocompatibilità e le prestazioni a lungo termine dei dispositivi.
L’integrazione di rivestimenti farmacologici e materiali innovativi offre nuove speranze per i pazienti, riducendo le complicazioni associate alla risposta immunitaria e migliorando la qualità della vita.