Orecchio e cervello: qual è il collegamento

Simbolo del suono con freccia che punta ad un orecchio, che a sua volta ha una freccia che punta al cervello.

Molti pensano che l’udito dipenda solo dalle orecchie. In realtà, quello che chiamiamo “sentire” è il risultato di un lavoro di squadra tra l’orecchio e il cervello.

Il suono, infatti, non viene semplicemente percepito: viene trasformato, decodificato e interpretato dal nostro sistema nervoso.

Dall’onda sonora al segnale elettrico

Ogni suono parte da una vibrazione. Quando qualcuno parla, quando suona una campanella, quando cade una goccia d’acqua, si generano onde sonore che viaggiano nell’aria. Queste onde vengono catturate dall’orecchio esterno, ovvero dal padiglione auricolare, e indirizzate verso il condotto uditivo.

Una volta raggiunto il timpano, le onde sonore lo fanno vibrare. Queste vibrazioni vengono trasmesse a tre minuscoli ossicini dell’orecchio medio: martello, incudine e staffa. Sono loro a intensificare il segnale e a trasportarlo all’orecchio interno.

La coclea: il cuore dell’orecchio interno

Arrivato all’orecchio interno, il suono raggiunge la coclea, una struttura a forma di chiocciola piena di liquido e rivestita da migliaia di cellule ciliate. Queste cellule hanno un compito straordinario: trasformano le vibrazioni meccaniche in impulsi elettrici.

A questo punto, il suono non è più una semplice vibrazione: è diventato un segnale nervoso, pronto per essere spedito al cervello.

Il nervo acustico: la via diretta al cervello

Gli impulsi elettrici generati nella coclea vengono trasmessi attraverso il nervo acustico (detto anche nervo cocleare). Questo nervo fa parte dell’ottavo nervo cranico, il nervo vestibolococleare, che trasporta informazioni non solo sull’udito, ma anche sull’equilibrio.

Il nervo acustico è quindi la connessione diretta tra orecchio e cervello: una sorta di autostrada neurale che trasmette segnali a grande velocità.

Corteccia uditiva: il cervello dà significato ai suoni

Una volta arrivati al cervello, i segnali raggiungono la corteccia uditiva, situata nel lobo temporale. Ed è qui che avviene la magia: il cervello interpreta i segnali elettrici ricevuti e li trasforma in suoni riconoscibili.

Grazie a questo processo, possiamo distinguere la voce di una persona cara, comprendere una frase, riconoscere una canzone o individuare la provenienza di un rumore.

In altre parole: non sentiamo con le orecchie, ma con il cervello.

Quando l’orecchio sente ma il cervello non capisce

Ci sono situazioni in cui l’orecchio funziona perfettamente, ma il cervello ha difficoltà a interpretare correttamente i segnali uditivi. È il caso, ad esempio, di alcuni disturbi del processamento uditivo centrale, che rendono difficile comprendere le parole in ambienti rumorosi o affollati.

Questo conferma quanto sia importante valutare l’intero sistema uditivo, e non solo l’orecchio in senso stretto.

Il collegamento tra orecchio e cervello è ciò che ci permette di comunicare, socializzare, orientarci nello spazio e vivere pienamente il mondo che ci circonda. Quando qualcosa in questo sistema non funziona come dovrebbe, possono emergere difficoltà che vanno ben oltre il “non sentire bene”: isolamento sociale, difficoltà cognitive, stress.

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